Il mercato della ricerca su Internet sta vivendo un'interessante svolta, poiché ChatGPT sta gradualmente diventando un formidabile "concorrente emergente" del gigante Google. Secondo un rapporto pubblicato la scorsa settimana da Evercore, la percentuale di utenti che utilizza ChatGPT per cercare informazioni è aumentata dall'1% di giugno al 5% di questo mese. Chi c'è dietro questa tendenza? Sono i Millennials (nati tra il 1981 e il 1996) ad “avere in mano” le moderne abitudini digitali.
Sebbene Google detenga ancora il 78% della quota di mercato, in leggero calo rispetto all'80% di giugno, questo cambiamento sta sconvolgendo il suo modello di business pubblicitario, che è stato la sua "macchina per stampare denaro". Potrebbe non sembrare molto, ma nel mondo della tecnologia è fondamentale controllare il modo in cui gli utenti scoprono le informazioni online.

Microsoft Bing, nonostante detenga solo una modesta quota di mercato del 4%, continua a "raccogliere" costantemente miliardi di dollari ogni anno. Ma guardiamo ai progressi di ChatGPT: una svolta che dimostra come la potenza dell'intelligenza artificiale generativa stia lentamente erodendo il monopolio di Google. Da quando a fine ottobre OpenAI ha aggiornato ChatGPT con funzionalità di ricerca complete e ha stretto una partnership con Apple, il panorama tecnologico si è tinto di colori più vivaci.
L'indagine di Evercore ha rilevato che, quando si cercano prodotti e prezzi, ChatGPT rende gli utenti più soddisfatti di Google con uno scarto di 4 punti percentuali. Naturalmente Google non è rimasta con le mani in mano: ha lanciato Gemini, un "assistente" AI estremamente intelligente, insieme ad AI Overviews, un promettente strumento di riepilogo dei risultati di ricerca. La buona notizia è che il 71% degli utenti apprezza questa nuova esperienza.

Quindi dove vanno a finire i soldi? Sebbene le ricerche di informazioni generali tendano a rivolgersi a ChatGPT, Google continua a "proteggere" il suo territorio commerciale e gli enormi ricavi pubblicitari. L'analista Mark Mahaney afferma che anche una quota di mercato della ricerca pari all'1% potrebbe generare 2 miliardi di dollari di fatturato annuo, ma solo se la piattaforma fosse efficiente nella monetizzazione come Google, un risultato che ChatGPT e piattaforme simili non sono ancora riuscite a raggiungere.
Quanto continuerà ad essere emozionante la “guerra di ricerca”? Solo il tempo potrà dirlo, ma è chiaro che il panorama tecnologico sta diventando sempre più entusiasmante e pieno di sorprese.